La nostra Italia risulta essere divisa su vari fronti: uno di questi è il caro benzina. Secondo il Codacons, esiste un divario non indifferente tra Nord e Sud a sfavore di quest’ultimo, che vede il Mezzogiorno come quell’area d’ Italia in cui il prezzo dei carburanti è molto più alto. In alcuni casi si arriva a pagare fino a 10 centesimi di euro al litro in più rispetto al Nord, e ciò ha come conseguenza che gli automobilisti meridionali, ogni anno, a parità di consumo, sono costretti a spendere altri 120 euro.
Le quotazioni internazionali del petrolio non sono certo differenziate tra nord e sud Italia, per cui differenze così evidenti nei listini sono del tutto ingiustificate. Una situazione simile sarebbe quindi da addebitare, probabilmente, alla scarsa concorrenza di alcune aree del sud, dove la speculazione, così, è padrona indisturbata. Sarebbe giusto che qualunque tipo di carburante, dalla benzina al diesel, avesse il medesimo prezzo in Calabria ed in Veneto, ad esempio, e non si allargasse ancora di più il già presente gigantesco divario fra settentrione e meridione.
Per far fronte ad una condizione del genere, si ritiene necessario l‘incremento del numero delle pompe bianche nelle regioni dove la scelta tra distributori è limitata, così come l’apertura del mercato della vendita di carburanti benzina e diesel anche alla Grande Distribuzione Organizzata. Le associazioni dei consumatori auspicano che il Ministero dello Sviluppo Economico intervenga quanto prima per porre un freno alle speculazioni esistenti sperando che si opti per la liberalizzazione del mercato, unica soluzione che permetterebbe ai consumatori di risparmiare fino a 9 centesimi a litro sul pieno del carburante grazie ai fenomeni concorrenziali creati dal mercato libero. Attualmente, poi, è di nuovo presente il sovrapprezzo sul carburante di almeno 7 centesimi a litro. Ci auguriamo davvero che una volta o l’altra venga presa una decisione a nostro favore.