I risparmiatori italiani dovranno tener conto delle nuove tasse sulle rendite finanziarie: in particolar modo l’aumento della tassazione sui conti deposito con aliquote al 26% diventerà operativa dal primo luglio 2014 e interesserà un numero estremamente ampio di piccoli, medi e grandi risparmiatori.
Dapprima, nel discorso sull’aumento delle tasse sulle rendite finanziarie i conti deposito sembravano dover restare esenti dall’incremento della tassazione, invece, in seguito tale aggravio è stato confermato: dal primo luglio 2014, difatti, sale la tassazione sugli interessi dei conti deposito e dei conti correnti, dal 200 al 26%. Da un lato gli interessi sul conto corrente verranno toccati dall’aumento della tassazione, ma dato che ormai in pochi si affidano al conto corrente per ottenere rendimenti sulle somme depositate, si prevede che il colpo sarà più duro per quanto riguarda i conti deposito a brevissimo, breve e medio termine, una forma di risparmio con interessi in genere dall’1 al 3% che ancora moltissimi italiani continuano a scegliere.
Le tasse sulle rendite finanziarie aumentate dal governo Renzi, invece, non colpiscono invece i Bot, i Btp, i libretti postali, i Cct, i Buoni fruttiferi postali di Poste Italiane.
Va sottolineato inoltre che questi cambiamenti per quanto concerne la tassazione delle rendite finanziarie si affiancano a quanto già deciso in merito all’imposta di bollo nel 2014 per i conti correnti e per i conti deposito (per i quali è cambiata in maniera considerevole). Attenzione quindi a tener conto nelle proprie operazioni di risparmio e di guadagno dell’aumento dal 20 al 26% delle tasse sui conti deposito: fattore che è bene non prendere sotto gamba quando si tratta di vincolare i propri risparmi.
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