Conti correnti e tasse, dalla classica imposta di bollo alla mini patrimoniale passando per le spese di gestione, ecco quali paghiamo, a quanto ammontano in euro o in percentuale e come sono aumentate negli ultimi anni.
Le tasse sui nostri conti correnti non sono molte ma è bene conoscerle per essere informati su quanto incidono non solo sulla spesa vera e propria di mantenimento del conto ma anche sugli investimenti che si fanno tramite i propri istituti bancari.
Naturalmente non potremmo che partire dalla famosa imposta di bollo ora pari a 34,20 euro. Su questo punto in particolare è importante ricordare che chi ha diritto a beneficiare di un conto corrente base non deve più pagarla: costoro sono identificati sulla base del reddito, che non deve superare i 7500 euro di ISEE. Non solo: anche per tutti coloro che hanno pari o meno di 5 mila euro depositati sul proprio conto corrente è prevista l’esenzione, tuttavia in questo caso occorre inoltrare una segnalazione all’Agenzia delle entrate (se poi si sorpasseranno i 5 mila euro, si faccia attenzione, l’imposta dovrà comunque essere pagatA).
La mini patrimoniale è un’altra tassa prevista per i conti bancari, e in particolare per gli investimenti finanziari: essa ha inciso per l’1 per mille nel 2012 e inciderà per l’1,5 per mille nel 2013. La tassazione si applica quindi anche sui conti deposito online e i buoni fruttiferi postali. Ricordiamo inoltre che vi sono diversi costi che quasi sempre ci si trova a pagare, a meno di promozioni, offerte speciali e altre particolarità (giovane età, per esempio). Tra questi spicca la gestione delle carte di credito e delle carte bancomat che in genere ci costano circa 36 euro l’anno (carte di credito) e 15 euro l’anno (carte bancomat). Ricordiamo infine un dato negativo: dallo 0,1% del 2010 i rendimenti sono calati, nel 2012, fino allo 0,02%.
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