Asili e scuola chiudono questa settimana: la via le vacanze estive per milioni di bambini, ma le famiglie italiane spesso e volentieri sono costrette a fare i conti con ulteriori spese.
Chi non ha parenti a disposizione che possano occuparsi dei bambini e lavora, deve necessariamente ricorrere al centro estivo, ma, secondo una recente indagine condotta dall’associazione di consumatori Adoc la spesa è importante con una media di circa 170 euro a settimana.
I costi poi tendono a variare in base al tipo di servizio che si sceglie:
Per mezza giornata il prezzo arriva a 105 euro a settimana e 300 al mese, ma ovviamente ciò significa che all’ora di pranzo è necessario riprendere il bambino.
E se si sceglie il tempo pieno, l’opzione più gradita per i genitori con lavoro full-time, la media arriva a circa 650 euro al mese a bambino.
E oltre al prezzo del centro estivo potrebbero aggiungersi anche una serie di attività aggiuntive, naturalmente a pagamento: alcuni campus offrono corsi e attività aggiuntive che possono stimolare il bambino, ad esempio un corso di inglese, di pittura o di teatro può arrivare anche a 200 euro a settimana come riporta il remote di Federconsumatori pubblicato nel 2018. Ci sono poi una serie di sconto, pari ad esempio al 25% per chi porta i bambini al centro estivo con il secondo bambino o agevolazioni e sconti chi prenota in anticipo.
Il vero risparmio è per chi riesce a trovare un posto nei centri estivi comunali con un risparmio del 65% in meno per un costo medio settimanale di 60 euro secondo le stime di Adoc.
Ma ovviamente i posti sono pochissimi e molto dipende dall’Isee della famiglia. Non mancano le iniziative a livello locale per favorire l’accesso, ma è chiaro che il centro estivo resta una soluzione per poche famiglie che riescono a permetterselo.
Nonostante l’offerta sia cresciuta, sia in termini quantitativi che qualitativi, i centri estivi sono ancora oggi una soluzione a portata di ben poche famiglie.
Ricorda Roberto Tascini, presidente di Adoc.
La richiesta di Adoc è si “valutare la possibilità di rendere detraibili, alla pari delle spese per l’istruzione scolastica, i costi sostenuti per questa attività”.
Esistono poi differenze e proposte diverse a livello geografico, con aree più coperte e altre in cui i campus estivi per bambini sono una rarità.
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