Acquistare l’olio da parenti o amici, o produrlo é una consuetudine soprattutto delle zone di campagna. Nei paesini del Sud, non sono poche le famiglie che dispongono di un appezzamento di terreno e che si dedicano alla raccolta delle olive. Le olive sono tradizionalmente raccolte (in alcune regioni) battendo i rami con bastoni flessibili, in questo modo le olive cadono su apposite reti che vengono poi raccolte. Queste olive vengono poi spedite presso gli oleifici che li trasformano nel profumato olio. Chi dispone della adeguata attrezzatura provvede da se. Chi invece non ha un oleificio e nemmeno un pezzo di terreno da dedicare a questa coltivazione, si avvale delle “gentile concessione” di parenti e amici.
Gentile concessione si fa per dire, perchè l’olio non lo regalano mica. Ma spesso non c’è prezzo per il gusto che proviamo assaggiando una fetta di pane su cui abbiamo spalmato un po’ di “olio del contadino“. Quelli del supermercato al confronto, non di rado ne escono perdenti. I prezzi poi non sono neanche così differenti tra olio casereccio e olio del supermercato: olio Monini e Carrefour sono gli oli meno cari con 4,79; Coop Negro, Pam e Billa di via Cecchi costano 4,89 euro. Olio Sasso, miglior prezzo da Carrefour con 4,22 e peggior prezzo da Billa con 4,59. Vogliamo dimenticare l’olio Friol? il prezzo migliore è quello di Pam a Voltri con 2,25 mentre va peggio con Carrefour con 24 centesimi in più.
Una prassi sempre piu’ diffusa tra i consumatori italiani é quindi quella di acquistare il buon olio del vicino: un terzo dell’extravergine prodotto infatti e’ destinato all’autoconsumo e alle vendite dirette. Lo sottolinea Coldiretti. In Italia, la quale ha rilevato che si producono in media 500mila tonnellate di olio di oliva che per il 60% e’ venduto come extravergine, un terzo e’ destinato all’autoconsumo e alle vendite dirette.
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