La pianta dell’anguria, il cui nome scientifico è Citrullus Vulgaris, appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae, é il frutto dell’estate per eccellenza, che noi tutti conosciamo per le sue proprietà dolci e dissetanti. il suo frutto è molto voluminoso dalla forma sia rotonda che ovale e può superare il peso di ben venti chilogrammi! Sembra che l’anguria fosse coltivata già fin da circa 5.000 anni fa, precisamente in Egitto, dove, a tal proposito, sono stati rinvenuti preziosi geroglifici che testimoniano il consumo di questo frutto.
Il costo in realtà non é altissimo, soprattutto al Sud, in piena estate l’anguria viene venduta anche a 30 centesimi al kg oppure… gratis! In realtà questo gustoso omaggio non rappresenta un momento di festa o di giovialità, piuttosto, questa iniziativa vuole mettere in rilievo le difficoltà della crisi. Il corteo partirà da Nardò. Gli agricoltori colpiti dalla crisi delle angurie “grideranno” il loro disagio in questo modo, allo scopo di richiamare l’attenzione delle Istituzioni. L’iniziativa, promossa dall’Unione Provinciale Agricoltori (UPA) di Lecce presieduta dal Dott. Mario De Pascalis e altre associazioni di categoria), si svolgerà domani mattina, 22 luglio: alle ore 8 partirà da Nardò un corteo di trattori che attraversando la SS 101, raggiungerà il Foro Boario di Lecce. Tra le ore 10 e le 11, due trattori e due camion colmi di dolci angurie stazioneranno in via XXV luglio, sotto la Prefettura. In entrambi i casi saranno distribuite angurie gratis.
La nostra – sottolineano il presidente Mario De Pascalis e il direttore dell’Upa, Diego Lazzari – è una protesta simbolica per chiedere soluzioni contro le problematiche che hanno messo in ginocchio un settore vitale per la nostra economia agricola. Chiediamo che venga esteso alle angurie il regolamento comunitario varato per sostenere gli agricoltori colpiti dalla crisi causata dal cosiddetto batterio killer. Anche un prodotto sicuro e di primissima qualità come il nostro è stato coinvolto nella psicosi, come dimostrano le gravi e inedite difficoltà riscontrate quest’anno sui mercati, specie del Nord Europa, col risultato che le nostre angurie restano invendute. E’ giunto il momento che le istituzioni intervengano concretamente per salvare un settore che rischia un tracollo con gravi conseguenze occupazionali per tutto il nostro territorio.
Giorgio 22 Luglio 2011 il 13:07
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