I lavoratori che usano i buoni pasto sono 2 milioni e 100 mila, e la maggior parte li utilizza per fare la spesa negli alimentari convenzionati o nei ristoranti. Molti, però, sono i punti vendita che si rifiutano di accettare il pagamento con i buoni pasto, in quanto i tempi burocratici necessari per recuperare i soldi sembra siano abbastanza lunghi, e quindi il lavoratore/consumatore ha difficoltà anche nel trovare chi accolga con favore che il pagamento non avvenga in contanti. Altro problema constatato dall’ Adoc riguarda, però, anche il valore di questi buoni pasto. Guardando gli altri paesi europei, ci si rende conto che come al solito l’Italia non si è adeguata al resto d’Europa, lasciando il valore dei ticket fermo addirittura a 15 anni fa.
Da noi un buono pasto vale in media 5,29 euro; in Spagna, il valore del ticket è di 9 euro, in Francia è di 7 euro, in Lussemburgo è di 8,40 euro. In quest’ultimo Stato, inoltre, è possibile non spendere l’intera cifra del buono pasto ed ottenere il resto. I ticket andrebbero consumati per un pasto, ma il loro valore attuale e i prezzi al consumo permettono davvero poco: con 5,29 euro a mala pena si riesce a comperare un panino ed una bottiglia d’acqua, ed anche per questo, in molti preferiscono spenderli per la spesa. L’ Adoc chiede, inoltre, l’abolizione dell’asta al ribasso per il pagamento entro 30 giorni all’esercente, per evitare che quest’ ultimo aumenti i prezzi per rifarsi sui consumatori, anche quelli che non godono dei buoni pasto.
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