Chi in questi giorni va a fare la spesa se ne accorge subito: gli scaffali di frutta e verdura o sono vuoti o presentano qualche melanzana o peperone a prezzi da capogiro. Ovviamente non parliamo di tutta la penisola, ma non sono poche ormai le città d’Italia in cui si registrano aumenti anche del 30%, se non di più (in alcune zone della Puglia un chilo di zucchine é arrivato a costare più di 5 euro). C’è chi da la “colpa” al governo Monti, chi invece invoca metodi di protesta che non vadano a colpire il consumatore finale, chi invece vorrebbe fare ancora “peggio” e che questo é poco confronto alla batosta ricevuta dall’attuale governo su benzina, tasse e altri settori.
Fatto sta che se gli autotrasportatori non riescono più ad avere guadagni, tanto vale stare a casa: é questa la conclusione a cui non pochi sono giunti. Il caro benzina pesa troppo su un settore già messo alle strette dalla crisi. La serrata degli autotrasportatori che sta attraversando per il lungo ed il largo lo Stivale, comincia a farsi sentire e nei supermercati scarseggiano i prodotti freschi, le stazioni di benzina chiudono e i consumatori sono costretti a centellinare il carburante rimasto nel serbatoio. Ci tiene a smorzare i toni Confesercenti:
Sulla presunta impennata dei prezzi causa blocco Tir – ha sottolineato Raffaele Viggiani, presidente di Fiesa-Confesercenti Firenze – si sta registrando un ingiustificato allarmismo, che certo non giova alle imprese del settore come al consumatore finale. Inoltre, lascia sgomenti che ci siano soggetti economici e rappresentanti di categoria che, approfittando di tale clima particolarmente esasperato, cercano più o meno deliberatamente di influenzare l’utente finale nelle proprie scelte di consumo. Come riportano anche nella giornata di oggi fonti Mercafir, il mercato ittico e delle carni, pur se approvvigionati con circa il 50% di arrivi, hanno mantenuto prezzi sostanzialmente stabili.
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