L’acquisto dell’auto è una delle spese più importanti che il consumatore si trova ad affrontare. Così, in un periodo di crisi economica è chiaro che si cerca di cogliere l’offerta migliore: tra le strade attualmente più seguite in tal senso vi è quella di effettuare l’acquisto oltreconfine, sfruttando il risparmio derivante dal prezzo di mercato più conveniente e dalla diversa aliquota IVA applicata nel Paese estero. E’ bene, però, seguire qualche utile consiglio per evitare brutte sorprese. Intanto, se si decide di acquistare un’auto all’estero, occorre anzitutto effettuare un’analisi costi-benefici per valutare l’effettiva convenienza dell’operazione. Non si dovrà, quindi, considerare soltanto il prezzo finale dell’automobile posta in vendita nel Paese estero rispetto al prezzo in Italia, ma si dovranno valutare anche le spese di viaggio, il tempo investito e le altre spese accessorie, quali quelle relative alla corrispondenza, all’ottenimento dei documenti necessari per l’importazione, all’eventuale traduzione del contratto e della documentazione tecnica, al trasporto del veicolo ed alle altre formalità.
Il primo riferimento nella scelta di acquistare un’auto oltreconfine è dato, ovviamente, dalla convenienza del prezzo praticato nel Paese estero. Per effettuare tale confronto, si può navigare su internet accedendo al sito internet dell’Unione Europea. E’ necessario tenere presente che i prezzi pubblicati sono solo indicativi, poiché rappresentano quelli raccomandati dalle case automobilistiche e perciò non corrispondono necessariamente al prezzo di vendita effettivo: inoltre, in alcuni Paesi, vi è la tendenza a sfavorire gli acquirenti esteri e, quindi, il prezzo indicativo pubblicato potrebbe essere riservato soltanto alla clientela “domestica”. Si consiglia, dunque, di informarsi subito presso il venditore estero prescelto. Il prezzo praticato nel Paese estero che il consumatore deve prendere in considerazione è quello netto, poiché le imposte (IVA) vanno versate nel Paese di destinazione e, quindi, in Italia: pertanto, converrà optare per l’acquisto in Paesi ad alta pressione fiscale (quali i Paesi scandinavi, dove l’IVA arriva al 25%) nei quali la differenza di prezzo con e senza tasse può essere considerevole. Si precisa che l’IVA deve essere versata nel Paese importatore (ossia l’Italia) soltanto in relazione ai veicoli nuovi: si considerano veicoli nuovi, per legge, anche quelli che abbiano percorso meno di 6.000 km e che siano immatricolati da meno di 6 mesi. Tali veicoli, venduti esentasse dal concessionario estero, sono soggetti all’aliquota IVA applicata in Italia e, quindi, pari al 20% del prezzo.
Nel caso di veicoli usati, l’IVA è invece compresa nel prezzo di vendita e non deve più essere corrisposta in Italia. Queste condizioni fanno sì che i Paesi a bassa pressione fiscale siano preferiti per l’acquisto di auto usate e quelli ad alta pressione fiscale per l’acquisto di auto nuove.