Buone le reazioni delle associazioni dei consumatori all’epilogo sulla vicenda della mozzarella di bufala campana. Il Movimento a difesa del cittadino e Federconsumatori chiedono i nomi delle aziende coinvolte nella vicenda per dare fiducia ai consumatori. “I cittadini – afferma Silvia Biasotto, responsabile del Dipartimento sicurezza alimentare di Mdc – hanno diritto a un’informazione trasparente. Ogni anno il Movimento Difesa del Cittadino presenta ‘Italia a Tavola’, rapporto sulla sicurezza alimentare: dall’indagine – sottolinea – emergono tanti dati di sequestri e di frodi alimentari, ma anche il grande lavoro che tutte le istituzioni e gli organi di polizia svolgono.
Basti pensare che l’Ispettorato per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari negli ultimi 2 anni ha incrementato i controlli di oltre il 50 per cento”. “C’è molta confusione, in questi giorni, intorno all’allarme diossina nella mozzarella di bufala”. Invece chiede Federconsumatori che venga pubblicata la lista dei prodotti interessati dalla contaminazione e che si rendano pubblici i risultati delle analisi svolte e tutt’ora in atto. “Solo così, operando in maniera chiara, si potrà restituire la fiducia ai consumatori, già preoccupati per il loro potere di acquisto”, conclude l’associazione. Invece il Codacons chiede un intervento del governo perché aiuti i produttori di mozzarella di bufala danneggiati da quest’allarme diossina, l’Unione nazionale consumatori ricorda che “il consumatore può scegliere fra diversi tipi di mozzarella, deve solo fare attenzione alle denominazioni”.
L’associazione ha quindi compilato un riepilogo dei vari tipi:
– mozzarella di bufala campana: è quella che ha ottenuto la qualifica europea Dop, deve essere fatta soltanto con latte di bufale di determinate zone della Campania e del basso Lazio e, oltre alla denominazione, ha per simbolo in etichetta una testa di bufala.
– Mozzarella di latte di bufala: è ricavata da bufale non campane o laziali, ma la denominazione accompagnata da un marchio o da un nome di fantasia indica che è fatta soltanto con latte di bufala.
– Mozzarella con latte di bufala: è una mista con latte di vacca e di bufala, ma non è chiaro come debba essere etichettata. Se riporta la dizione ‘con latte di bufala’ a rigore deve indicare la percentuale.
– Mozzarella tradizionale: è quella che ha ottenuto l’attestazione di specificità dalla Ue e è riconoscibile dalla scritta ‘Specialità tradizionale garantita’. È fatta soltanto con latte di vacca, ma dà al consumatore la garanzia che si tratta di un prodotto italiano, ricavato da latte fresco e lavorato secondo i metodi tradizionali previsti da un disciplinare.
– Mozzarella o fiordilatte: può avere una qualsiasi delle due denominazioni, è fatta con latte di vacca e può essere anche nella versione ‘magra’ (tenore di grasso non superiore al 20 per cento sulla sostanza secca) e ‘leggera’ (grasso tra il 20 e il 35 per cento).
– Mozzarella di latte di bufala: è ricavata da bufale non campane o laziali, ma la denominazione accompagnata da un marchio o da un nome di fantasia indica che è fatta soltanto con latte di bufala.
– Mozzarella con latte di bufala: è una mista con latte di vacca e di bufala, ma non è chiaro come debba essere etichettata. Se riporta la dizione ‘con latte di bufala’ a rigore deve indicare la percentuale.
– Mozzarella tradizionale: è quella che ha ottenuto l’attestazione di specificità dalla Ue e è riconoscibile dalla scritta ‘Specialità tradizionale garantita’. È fatta soltanto con latte di vacca, ma dà al consumatore la garanzia che si tratta di un prodotto italiano, ricavato da latte fresco e lavorato secondo i metodi tradizionali previsti da un disciplinare.
– Mozzarella o fiordilatte: può avere una qualsiasi delle due denominazioni, è fatta con latte di vacca e può essere anche nella versione ‘magra’ (tenore di grasso non superiore al 20 per cento sulla sostanza secca) e ‘leggera’ (grasso tra il 20 e il 35 per cento).
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