La tradizione del dono di uova ebbe inizio prima della nascita del Cristianesimo: già fra i Persiani, infatti, era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gallina all’avvento della stagione primaverile, seguiti nel tempo da altri popoli antichi quali gli Egizi, i quali consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno, i Greci e i Cinesi. Spesso le uova venivano rudimentalmente decorate a mano. In tempi più recenti l’uovo di Pasqua maggiormente celebre e diffuso è il classico uovo di cioccolato, la cui diffusione è stata probabilmente incentrata nell’ultimo secolo.
Molto probabilmente avete già aperto le uova di Pasqua o le avete già date ai vostri figli, e come detto più volte in questo periodo pre-pasquale dietro queste uova di cioccolato c’è moltissima speculazione, in quanto l’uovo di per se costa poco. Analizziamo in questo articolo cosa fa lievitare il prezzo dell’uovo, grazie ad una ricerca dell’Unione nazionale dei consumatori.
l prezzo dell’uovo, grazie ad una ricerca dell’Unione nazionale dei consumatori. Un uovo senza cioccolato buono e senza sorpresa sarebbe una vera delusione, ma queste due voci incidono solamente di un basso 21 per cento, 14 per il cioccolato e relativa manodopera e 7 per cento per la sorpresa. Il resto è redistribuito in confezione 14 per cento, distribuzione e trasporto 11 per cento, rischio resa 8 per cento, Iva ovviamente il 10 per cento, deposito 2 per cento, utili lordi per il fabbricante 11 per cento e utili per il negoziante 23 per cento.
Inoltre, se siete delusi dalla qualità del cioccolato, vi ricordo, per il prossimo anno, che negli ingredienti dell’uovo deve figurare solo il cacao ed il burro di cacao (minimo 43 per cento) e assolutamente nulla di oli tropicali, mentre il cioccolato al latte deve garantire minimo il 30 per cento di latte.
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