Vi siete mai chiesti se il grande supermercato in cui vi recate a fare la spesa vende tutto, ma proprio tutto, quello che contiene? Vi è mai capitato di far notare a un commesso o alla cassiera del suddetto supermercato che il prodotto alimentare che intendevate acquistare era già scaduto o vicino alla scadenza? Sapete che fine fa il prodotto in questione quando venite cortesemente sollecitati a lasciarlo alla cassa e a prenderne un altro? E quanto pensate possano essere tenute le verdure al banco? E come mai sono sempre perfette e sembrano tutte uguali?
Bene se vi siete posti tutte queste domande, o anche se non lo avete mai fatto, sappiate che tutti i prodotti alimentari invenduti finiscono, nella gran parte dei casi, dentro al cassonetto dei rifiuti e quindi portati al macero. Si, avete letto bene, i prodotti invenduti perchè già scaduti, o in scadenza, le verdure leggermente appassite (confessate voi non le comprereste mai!), le banane troppo mature, e addirittura gli ortaggi dall’aspetto troppo irregolare o bitorzoluto, diventano spazzatura sebbene siano, spesso, ancora ottimi da mangiare. E stiamo parlando di quantità di enormi di cibo.
Alla fine degli anni ’90, il Professore Andrea Segrè, oggi preside della Facoltà di Agraria della città emiliana, con la collaborazione di un gruppo di suoi studenti, stimò uno spreco di cibo pari a 170 tonnellate in soli sette mesi e in un solo supermercato. Da qui l’idea del Dipartimento di Economia e Ingegneria dell’Università di Bologna: il progetto Last Minute Market che consiste nel recupero delle merci rimaste invendute e che per questo motivo vengono ritenute del tutto prive di valore commerciale e quindi gettate via dalla grande distribuzione. Gli “scarti” vengono ceduti dai supermercati e ridistribuiti, una volta ottenuti tutti i permessi, ad enti e associazioni che possono riutilizzarli per le mense, ad esempio quelle destinate a persone più disagiate.
Ma non solo, Last Minute Market si occupa di ridistribuire anche farmaci, prodotti agricoli non raccolti, e libri invenduti. Progetti analoghi a quello bolognese sono già attivi anche in Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Toscana, Sardegna. Quello che ci chiediamo noi è perchè anche i comuni cittadini non possano usufruire di questo tipo di servizio: io una zucchina storta la comprerei e anche alla mia mamma gli ortaggi piacciono belli maturi! Visto che la grande distribuzione considera spazzatura ciò che in realtà non lo è, può anche venderla a noi a prezzi stracciati!
Luca 15 Aprile 2008 il 18:45
Progetto intelligente.
Leonardo 22 Aprile 2008 il 19:54
Ho saputo dell’iniziativa da Report, ne ho parlato con un gruppo di amici e saremmo interessati ad avviare una iniziativa di questo tipo a Roma, avremmo bisogno di avere riferimenti normativi relativi al “problema”.
Grazie e complimenti!
cassandra 28 Settembre 2009 il 12:55
oggi sito lastminutemarket.org non è attivo