“Il costo dei carburanti è un problema da affrontare in tempi rapidissimi. Questi livelli di prezzi, oltre ad impoverire le tasche degli automobilisti, comportano una ricaduta molto grave nella determinazione dei prezzi dei beni di largo consumo trasportati su gomma”. È quanto sottolineano, in una nota, Adusbef e Federconsumatori commentando il nuovo record dei prezzi dei carburanti.
Infatti basta pensare che solamente nell’ultimo mese, l’incremento di 10 centesimi per litro di carburante avrà ripercussioni notevoli, non solo per il pieno, che subirà rincari di 10 euro al mese e di 120 euro all’anno, ma anche per l’inflazione, con un incremento di 0,3 punti, pari a un aumento della spesa per i cittadini di 90 euro annui. Se si fanno due conti per la benzina, sono stati spesi in più 2,7 miliardi di euro (2 miliardi e 160 milioni costo industriale e 540 milioni tassazione incamerata dall’Erario).
Per il gasolio, dove bisogna considerare il consumo del gasolio autotrazione, si sono raggiunti i 31 miliardi di litri all’anno, con un maggiore esborso di 8,7 miliardi (costo industriale per 7,2 miliardi e 1,5 miliardi per le tasse). Le ricadute per i singoli automobilisti, che hanno un consumo di 1.200 litri all’anno, pari a 2 pieni al mese, è così aumentato, solo per costi diretti, di 216 euro per la benzina e 348 euro per il gasolio. Le due associazioni dei consumatori tornano a chiedere a gran voce la liberalizzazione del settore, anche aprendo alla grande distribuzione, investimenti per estendere il consumo di GPL, l’introduzione dell’accisa mobile, per neutralizzare gli effetti dell’aumento della tassazione IVA, controlli e sanzioni per “evitare speculazioni sul versante della doppia velocità dei prezzi, sul cambio euro-dollaro e sul differenziale tra il costo di produzione dei carburanti a livello italiano e quello a livello europeo”.