Lidl, Penny Market, Eurospin, DPiù… Solo sono alcuni nomi dei più famosi negozi che se fino a qualche anno fa venivano chiamati discount oggi aumentano la dose e diventano “hard discount”. Sono quei posti dove, recatisi per risparmiare, se si incontrava la vicina di casa si diceva:
Anche tu qui? Io ci sono capitata per caso e mi sono detta che quasi quasi venivo a dare un’occhiata, ma ti dico che i detersivi sono buoni, ma non comprerei mai la roba da mangiare.
E la cosa peggiore era che però nel carrella la signora in questione aveva già la carne e la pasta. Complice la crisi, gli hard discount si prendono oggi la loro rivincita. Aumentano il numero dei prodotti, si dotano di certificazioni di qualità e ottengono il favore dei consumatori. Nascono nuovi punti vendita e assumono personale.
Giacinto Brighenti di Federconsumatori afferma:
Il risparmio realizzabile nei discount va mediamente dal 25 al 50 per cento. Il loro successo è in crescita dal 2005, quando si è iniziato a parlare di problemi della quarta settimana. E prosegue anche ora che i prezzi sono in flessione. Dalle nostre rilevazioni emerge che a Milano, a marzo, diminuiscono del 7 per cento su febbraio 2009 e del 5,7 su maggio 2008 per il paniere agroalimentare. Mentre per un secondo paniere di carne, pesce, farina, pasta e formaggio il calo è del 16 per cento su febbraio 2009 e del 19 su maggio 2008. Solo il pane continua a rincarare.
Esselunga ha annunciato un investimento di 70 milioni di euro nel 2009 allo scopo di abbassare i prezzi di oltre mille prodotti, sia di marca sia a marchio Esselunga, ma non solo :anche frutta, verdura e carne fino al 50 per cento del prezzo attuale.
Come reagisce la Gdo? Prodotti “primo prezzo” o con il marchio del supermercato, promozioni per fare concorrenza ai discount. Corsie piene di offerte e i prodotti low cost, taglio dei prezzi dei prodotti di marca. Tutto per evitare che si perdano clienti a favore dei discount che diventano sempre più hard.
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