Per la serie due volte e meglio di una ecco un altro caso mozzarella di bufala. Sto parlando del brunello di Montalcino. Tutto è partito da un esperimento. Che dimostra come il Sangiovese padre del Brunello di Montalcino sia stato mescolato ad altri vitigni un poco meno nobili, scatenando quello che ormai i produttori di Brunello chiamano “inferno”.
Il tutto nascerebbe da un esperimento, dove si tentava di mescolare vari tipi di uva e destinato ad un altra etichetta, il tutto poi finito su un libro poi su un blog e preso ad esempio: il world system, internet nella specie, ha diffuso la notizia e avrebbe tentato i produttori portandoli a “risolvere” in modo alternativo rispetto al disciplinare (rigidissimo) il problema dell’esportazione in Paesi dove si ama di più un vino meno impegnativo rispetto a quello nato dalla purezza del Sangiovese.
Così nascono le ricette – segretissime – dello shake trovate e sequestrate dalla Guardia di finanza. Finanzieri che sarebbero stati aiutati da un produttore di Brunello purista e per questo abituato ad imbottigliare solo vino provenienti da vitigni di Sangiovese grosso. Operazione nobile che merita la sua Docg, ma che sul mercato fa fare, probabilmente, meno affari (sopratutto sul mercato extraeuropeo) rispetto ad un Brunello più morbido e meno impegnativo. Il danno, se sarà accertato, è grosso sia dal punto di vista dell’immagine che dal punto di vista economico.
Prima di tutto certe etichette potrebbero essere declassate e perdere la denominazione di origine controllata e garantita, la celebre Docg, a favore di una più umile Igt (l’ indicazione geografica tipica, a basso contesto territoriale). Poi, è a rischio il nome: “Brunello” vende perché è “Brunello” all’estero, dove il palato è meno fine e il made in Italy una garanzia vera.
Nyonya 23 Maggio 2012 il 18:25
Its just not Brunello…its everything from Italian to French to high end US wines…and few seem to get that it will be a while berofe things return to even a level near where we were…eventually wine lovers will “inch” up the price ladder but those wonderful brunellos very well might be truly aged by that point..for those who tell you that by the end of next year things will be better kindly suggest for them to take another course in economics. Many wine producers around the whole will need to take a new approach (for better or for worse).