Più volte abbiamo parlato dell’ aumento esponenziale del prezzo della benzina, che ormai per la verde è stabile sul 1,5 centesimi di euro. Per limitare la spesa alla voce benzina possiamo cercare di adottare piccoli accorgimenti, ma tuttavia contro il caro petrolio noi semplici consumatori possiamo fare davvero ben poco. Anche se bisogna sommare al caro petrolio, delle tasse,le cosiddette accise che eliminate per circa un mese dal primo maggio sono tornate a pesare.
Secondo una indagine di FinanzaUtile, il costo di raffinazione, trasporto, stoccaggio, guadagni distributore e varie riesce a giustificare solamente il 30 per cento del costo effettivo del carburante. Infatti a quanto pare le accise pesano per il 52 per cento sul costo al distributore. La prima accisa fu introdotta da Mussolini nel 1935, per finanziare le guerre coloniali in Africa. Durante gli anni, tutti i governi che si sono succeduti hanno aggiunto ulteriori piccole tasse, dalla crisi di Suez fino alle guerre in Libano e Bosnia. Questo l’ elenco delle accise:
- 1,90 lire per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935
- 14 lire per il finanziamento della crisi di Suez del 1956
- 10 lire per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963
- 10 lire per il finanziamento dell’alluvione di Firenze del 1966
- 10 lire per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968
- 99 lire per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976
- 75 lire per il finanziamento del terremoto dell’Irpinia del 1980
- 205 lire per il finanziamento della guerra del Libano del 1983
- 22 lire per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996
- 39 lire per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
Se queste cifre vengono considerata una ad una, sono solamente piccolissimi aumenti, ma tutte insieme costituiscono un costo maggiore di ben 25 centesimi di euro. Inoltre a questi 25 centesimi va aggiunto il 20 per cento di Iva. Si calcolare che per ogni centesimo di aumento del carburante lo Stato guadagni 20 milioni di euro al mese. Secondo i dati dell’Unione petrolifera nel 2007, le entrate fiscali alimentate dai prodotti petroliferi sono state superiori ai 35 miliardi (24,7 derivanti dalle accise e 10,5 dall’Iva).
AC 9 Aprile 2009 il 14:06
L’elenco presente nel post, copiato da: http://it.wikipedia.org/wiki/Accisa è da aggiornare e l’importo di 25 centesimi NON è corretto.
L’incidenza VERA dell’accisa è di 0,564 Euro per la benzina senza piombo, 0,423 Euro per il gasolio auto, 0,125 Euro per il GPL auto, 0,403 Euro per il gasolio da riscaldamento (dati ufficiali del Ministero dello Sviluppo Economico – vedi http://www.sviluppoeconomico.gov.it/organigramma/documento.php?id=1913&sezione=organigramma&tema_dir=tema2&gruppo=3).
Qualcuno conosce l’effettiva composizione di questi importi? Ripeto, di questi importi. non di quello del post e della relativa citazione di Wikipedia.it da cui il testo è stato copiato, citazione come già detto SBAGLIATA.