Il Sole 24 Ore indaga tra le buste della spesa dei consumatori e non mancano le sorprese. Per un paniere comprendente beni di prima necessità: pane, latte, olio extra vergine e passate di pomodoro, uova, caffè, acqua e zucchero, l’Emilia Romagna, con sei città nelle prime quindici posizioni, risulta la meno ecpnomica in merito al riempimento del carrello quotidiano. Sembra invece che si possano fare affaroni a Napoli. Il divario Nord Sud si fa sentire come sempre, ma stavolta forse in positivo: le casse dei supermercati del Nord Italia sono più care di quelle del Sud, mentre in Romagna un chilo di pane costa in media 3,75 euro, a Napoli 1,94, quasi la metà.
Sono queste le indicazioni emerse dall’indagine sui prezzi medi degli alimentari in cinquantasette città pubblicata da “Il Sole 24 Ore del Lunedì”. I risultati emergono dall’elaborazione dei dati dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico.
mentre in alcune città i concorrenti lottano tra loro ( a Pisa Esselunga, Coop e Ipercoop combattono con offerte varie) e i risultati non tardano a farsi sentire. Dove invece la concorrenza é minore i prezzi ovviamente salgono. Non dimentichiamo di menzionare Bari, dove la possibilità di trovare affari andando al supermarket sono più spiccate che altrove. Se una famiglia ha il tempo di girare un pò per i vari super e ipermercati può trovare sicuramente delle ottime offerte. In questo caso una famiglia pugliese riuscirebbe a risparmiare in un anno più di mille euro rispetto perfino a Napoli e ben oltre i due mila euro rispetto a Rimini.
Carlo Rienzi, da Codacons commenta:
Quella dei prezzi al dettaglio è una vera e propria giungla che danneggia i consumatori italiani. Il dato davvero preoccupante non è tanto la diversità dei listini a seconda delle zone d’Italia ma la maggiore spesa cui le famiglie italiane sono state costrette a causa dei rincari in ogni settore registrati dall’introduzione dell’euro ad oggi.