Il costo per andare all’Università cresce ogni anno sia per gli studenti in sede, che per quelli fuori sede, ma per questi ultimi le spese sono nettamente superiori: affitto, spese per i consumi domestici, generi alimentari e trasporti extraurbani causano l’impennarsi del budget mensile destinato al figlio studente. ogni anno aumenta sempre più il numero di ragazzi che si iscrivono all’Università, spinti da genitori più o meno benestanti che credono che avere un titolo dia maggiori certezze per il futuro. Non solo benestanti ma anche famiglie con bassi redditi, fanno enormi sacrifici per aiutare il proprio figlio nel raggiungere il traguardo: la laurea. Un figlio iscritto all’Università può costare tra 250 e 400 euro mensili se vive in famiglia, e addirittura tra 600 e 800 euro se si tratta di uno studente fuori sede.
Cosa succede quindi? Molti giovani scelgono di lavorare e quindi laurearsi oltre i termini, rinunciando alla regolare frequenza dei corsi. Ecco perchè molti studenti, costretti a lavorare, si laureano con ritardo. Non intendiamo dilungarci troppo sulla questione, perchè nello specifico l’argomento è un altro. Si tratta di una curiosità che abbiamo “scoperto” navigando in rete. Un’Università gratuita. Dove? Purtroppo non in Italia, ma in USA. Potrebbe comunque essere utile per chi decidesse di fare un viaggio studio oltreoceano.
Insegniamo arte, scienza, filosofia, marketing e legge. Lo facciamo gratis.
Parola di Piero Golia, un italiano in USA, fondatore della «The Mountain School of Arts» di Los Angeles, università a costo zero ideata con il suo amico Eric Wesley. La sede della scuola è una stanza di un bar di Chinatown.
Lavorare è una parola grossa perché nessuno viene pagato un centesimo. Negli Stati Uniti fondare una scuola gratuita è un gesto politicamente forte. – spiega Piero- Studiare all’università costa dai 30 agli 80 mila dollari all’anno, e sono tanti. Abbiamo avuto chiunque: giovanissimi inesperti e ragazzi con già una carriera avviata. Alcuni studenti avevano già frequentato la biennale di Venezia e la biennale Whitney. Abbiamo cercato di stimolare la loro intelligenza per qualunque carriera vogliano perseguire. Forse abbiamo avuto successo perché abbiamo scoperto un vuoto a Los Angeles e l’abbiamo riempito.
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