Il bike sharing cresce, cresce senza sosta a ritmi forsennati dal 2005 a oggi: perché sempre più cittadini del mondo scelgono una bici noleggiata la posto dell’automobile? Tra i principali fattori senz’altro la possibilità di risparmiare sui costi dell’auto, la comodità di poter arrivare in centro e non aver problemi di parcheggio, nonché il benessere derivante dalla breve pedalata.
Il bike sharing dal 2005 a oggi ha conosciuto un impennata clamorosa in tutto il mondo. Come riporta Treehugger, il boom non si ferma: più aumenta il numero di bici disponibili e le stazioni dove lasciarle (nonché le persone che ne fanno uso) più continua a crescere il fenomeno.
Non è un caso che il boom delle biciclette comuni prosegua durante la crisi economica. Si pensi solo a coloro che, nelle grandi città dove i mezzi pubblici non funzionano a dovere, anziché acquistare un auto (che oltre alle spese per il carburante costa un occhio della testa in termini di assicurazione, specie in Italia dove le tariffe sono le più alte d’Europa), scelgono di fare due passi, prendere una bici da una stazione, lasciarla in un’altra stazione vicino al proprio posto di lavoro, spendendo un’inezia in termini mensili (specie se si fa un abbonamento annuale). E ovviamente non si deve pagare parcheggio e si può tranquillamente raggiungere le zone ZTL.
Il bike sharing è anche comodità: non ci si deve preoccupare di eventuali furti o di manutenzione, si elimina tutto lo stress legato al parcheggiare l’auto o al prendere mezzi pubblici sovraffollati o in ritardo. E, motivo aggiuntivo, una pedalata di 5, 10 o 15 minuti fa bene alla salute e aiuta ad affrontare la giornata in maniera più energica. In tante città italiane, tra cui Milano, il bike sharing è ormai una realtà affermata: un’opzione di risparmio e benessere assolutamente da considerare.
Photo credits | Treehugger