Riparare elettrodomestici e altri apparecchi elettronici (dai computer fino ai frullatori) per risparmiare evitando ogni spreco: i restart party rilanciano l’idea a Londra, con grande successo. E il merito è anche di un italiano.
Riparare gli elettrodomestici e tutti gli altri dispositivi elettrici ed elettronici che ogni anno finiscono col rompersi è una pratica assolutamente consigliabile: il risparmio è notevole e imparare come riparare gli oggetti può essere meno difficile di quel che si pensa, specie se c’è qualcuno ad aiutarci: è quello che accade oggi a Londra con il Restart Project di Ugo Vallauri e Janet Gunter.
Riparare per risparmiare, riparare per non sprecare: in tempi di crisi non può che essere una formula vincente per tutti. A Londra i restart party itineranti, dei workshop mensili, insegnano gratuitamente a tutti gli interessati come recuperare gli oggetti elettronici creduti perduti: una splendida iniziativa che ci piacerebbe vedere replicata anche in Italia. A proporla in Gran Bretagna è stato, come detto, un italiano, Ugo Vallauri, che così racconta l’iniziativa:
L’idea mi è venuta dopo la mia collaborazione in Africa con la organizzazione non governativa britannica Computer Aid. In Kenya ho imparato approcci meno spreconi dei nostri. Lì non ci si sbarazza facilmente di qualcosa che può essere riparato. Si aggiusta tutto. Mentre noi spesso compriamo oggetti non dettati dalla necessità, ma dalla pigrizia e dalla mancanza delle conoscenze necessarie per la manutenzione di quelli che abbiamo già. Il nostro obiettivo non è offrire delle riparazioni gratuite, ma sconfiggere l’obsolescenza programmata e recuperare la manualità in una società esasperata dal consumismo.
Riparare e riutilizzare è tutt’altro che impossibile e tutti i cittadini, con una piccola dose di impegno possono evitare notevoli sprechi economici. Imparare a riparare può essere uno dei buoni propositi per gli italiani da mettere in atto nei prossimi mesi, che peraltro si abbina benissimo all’idea di cimentarsi sempre più nel fai da te casalingo.
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