Sono più di due milioni gli italiani che hanno deciso di fare la spesa in campagna per poter risparmiare mangiando in modo più sano. Si parla di cifre considerevoli, fino a quasi 1700 euro annui a famiglia. A rivelarlo la Confederazione Italiana Agricoltori nel suo “Rapporto sulla spesa in campagna”.
Secondo i calcoli effettuati dalla Confederazione Italiana Agricoltori, ponendo una spesa media mensile per prodotti alimentari e bevande pari a 467 euro per singola famiglia, l’acquisto di prodotti agricoli di ogni genere direttamente dal produttore fa risparmiare circa 140 euro al mese, ovvero, 1680 euro annui a famiglia.
Il direttore nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori Rossana Zambelli ha dichiarato:
Alla base di questo consenso sempre più allargato c’è il binomio vincente di qualità e risparmio, che oggi solo la campagna riesce ad offrire. Nella filiera distributiva “classica”, infatti, fra il produttore e il consumatore il prezzo può moltiplicarsi addirittura dieci volte. E l’unico modo di tagliare gli innumerevoli passaggi della filiera agroalimentare che gonfiano i prezzi dei prodotti dal campo alla tavola è proprio la vendita in azienda, che permette di risparmiare fino al 30% rispetto alla tradizionale catena distributiva.
Ed ecco allora che in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo la possibilità di comprare prodotti direttamente dagli agricoltori appare come un’alternativa decisamente migliore rispetto alla spesa nei supermercati “hard discount”: il risparmio lo si può ottenere comunque ma la qualità dei prodotti acquistati è imparagonabile.
La cosiddetta spesa in campagna presso i farmer market, inoltre, dà anche la possibilità di riscoprire specialità estroflesse dalla grande distribuzione e conservate solo dai piccoli agricoltori. Non stupisce quindi che il boom incontrato da questa pratica nel 2011 sia stato confermato dai dati raccolti nella prima metà del 2012: il numero di italiani che abitualmente risparmia sulla spesa recandosi in campagna ha ormai superato i due milioni, e, inutile dirlo, sono dati destinati a crescere nell’immediato futuro.
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