Un po’ ce lo aspettavamo: rincari sulle accise della benzina, ICI, Irpef, eventuale aumento dell’IVA al 23% e quanto altro ancora si é inventato l’attuale governo per cercare di salvare le casse dello Stato prossime alla deriva. Sì, perchè come sappiamo, secondo il trattato di Maastricht il rapporto tra il disavanzo pubblico annuale e il PIL non deve superare il 3%, il rapporto tra il debito pubblico lordo e il PIL non deve superare il 60 % e via dicendo. Se non ci é dato sapere con precisione a quanto ammontino i debiti di quello che una volta era chiamato il Belpaese, di una cosa siamo certi: che le casse statali stanno messe davvero male.
Altrimenti non si spiegherebbe il perchè di tutto questo gran da farsi a cercare nuove tasse, tributi e altri appigli per rimpinguare le entrate. I “soldi non ci sono”, bisogna fare “sacrifici”, “tutti”, insomma l’avete riconosciuto, é il nostro premier che ogni giorno non fa che ripeterci che dobbiamo sacrificarci per salvare l’Italia. Qualcuno inizia a chiedersi se sia giusto salvare l’Italia a discapito degli italiani, qualcuno invece appoggia il governo senza opporre resistenza. Fatto sta che oltre alle casse dello stato fra poco inizierà a piangere qualcos’altro: le nostre tasche. Non che finora fossero così floride, ma a quanto pare la situazione anzichè migliorare peggiorerà.
Ancora una volta si dimostra – sottolinea Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – come il costo reale delle famiglie italiane derivanti dagli aumenti dei prezzi è di gran lunga superiore al tasso di inflazione registrato, mentre diminuiscono i prezzi dei beni non fondamentali per la vita di una famiglia. Ecco come aumenta il carrello della spesa di un punto percentuale in più rispetto all’inflazione rilevata.
Tutta colpa di carburanti che a loro volta finiscono per aumentare anche i prezzi dei beni finali, dell’aumento dei tassi di interesse mutui e del credito al consumo.
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