Era partito dalla Sicilia ma si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta Italia. In realtà tutto é partito non dal nostro Paese, ma probabilmente dall’Africa. Tutto inizia in Nigeria, quando il nuovo anno viene inaugurato con un aumento esagerato dei prezzi della benzina. Da lì iniziano gli scioperi e resta ancora alta la tensione in Nigeria malgrado la decisione delle principali organizzazioni sindacali di sospendere lo sciopero che da giorni stava bloccando il paese. Ad ogni modo presidente Goodluck Jonathan ha annunciato in tv la riduzione di un terzo dei prezzi dei carburanti da 70 a 47 centesimi di euro.
Probabilmente é questa la speranza degli autotrasportatori d’Italia, che si aspettano, dopo la protesta, che il nostro governo decida di ridurre i prezzi. Lo sciopero dei Tir ha contagiato tutta l’Italia causando blocchi e disagi e purtroppo anche una tragedia: ad Asti ovest, un 45enne che partecipava al presidio è stato travolto e ucciso da un Tir. Il Garante sugli scioperi in Italia chiede la precettazione e parla di blocchi “inaccettabili”, così come il ministero dei Trasporti li definisce “ingiustificati”.
Nelle proteste non si può andare oltre le leggi – ha detto il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri – non saranno tollerati blocchi stradali. Fin dove si può tollerare, useremo dialogo e tolleranza. Però bisogna anche tenere presenti i diritti dei cittadini. Presto si riferirà in Senato sullo sciopero dell’autotrasporto in Sicilia, è giusto che le proteste si manifestino, sempre però nel rispetto della legge. Siamo aperti a ogni forma di dialogo ma siamo anche pronti a usare tutti gli strumenti che la legge ci mette a disposizione. Seguiamo gli eventi con molta attenzione e fermezza ma anche con serenità.
La protesta andrà avanti fino a venerdì e lo scopo é la denuncia degli aumenti del gasolio, dei pedaggi autostradali e dell’Irpef. L’Authority di garanzia sugli scioperi ha scritto ai ministri di Interno e Trasporti per valutare una ordinanza di precettazione nei confronti delle organizzazioni degli autotrasportatori. Il rischio é che gli italiani rimangano senza benzina e i supermercati si svuotino come già successo in Sicilia, ma d’altra parte i protestanti non trovano altro modo per gridare la propria disperazione.
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