Anche se di un solo punto percentuale, questo aumento dell’IVA sta creando non poche polemiche. In molti forum gli utenti sostengono che provvedimenti del genere imporrebbero di attendere 15 giorni dalla pubblicazione in G.U., prima che essi entrino in vigore, invece da oggi 17 settembre scatta l’aumento dell’Iva, che passa dal 20 al 21% (art.2, comma 2bis). Aumento dell’IVA previsto dalla manovra di Ferragosto appena approvata, la quale prevede che i prodotti tassati al 20%, adesso lo siano al 21%. Il gettito porterà elle casse dello Stato tra i 4 e i 5 miliardi all’anno con un impatto sui prezzi dello 0,8%. Per quanto riguarda invece i prodotti tassati al 4%, come pane, latte, pomodori e giornali, non é previsto nessun rincaro.
L’aumento dell’Iva toglierà circa 140 euro in più all’anno per ciascuna famiglia. Lo sostiene una proiezione della Confesercenti, secondo cui l’aumento di un punto dal 20 al 21% gravera’ per il 70% sulle famiglie italiane. Televisori e altri elettrodomestici, macchine fotografiche e videocamere, articoli sportivi, vestiti, scarpe, divertimento, imbarcazioni, strumenti musicali, giocattoli, ma anche pedaggi e parcheggi, telefonia, mezzi di trasporto vari, tabacchi, detersivi e detergenti: tutto sarà toccato dall’aumento. Poche le eccezioni nel paniere complessivo di spesa, e tutte riguardanti i prodotti primari o comunque già caratterizzati da un’imposta più bassa (appunto i prodotti tassati con il 4 o il 10%). Professionisti e imprenditori dovranno pagare allo stato circa 220 euro in più all’anno, impiegati e dirigenti con 189 euro, i lavoratori autonomi 170 euro, gli operai 149 euro.
L’aumento dell’Imposta sul valore aggiunto dal 20 al 21%, contenuto nella manovra appena approvata – sottolinea Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – oltre che produrre effetti negativi sui consumi degli italiani, rischia di realizzare effetti perversi sui prezzi dei beni soprattutto di prima necessità (alimentari, abiti, ecc.). Così come avvenne in occasione del passaggio dalla lira all’euro gli arrotondamenti a rialzo dei prezzi operati soprattutto dai commercianti sono un rischio più che concreto.