Che i farmaci generici o equivalenti (secondo la dicitura voluta dall’Agenzia italiana del farmaco), permettano enormi risparmi sia all’atto dell’acquisto sia in termini di tasse da pagare è ormai un dato di fatto. Inoltre l’effetto non è solo quello sulle nostre tasche ma quando compaiono sugli scaffali delle farmacie, infatti, provocano un crollo vertiginoso dei prezzi degli originali, portando a sè grosse fette di mercato ed alti guadagni alle aziende che li producono.
I farmaci generici sono realmente equivalenti degli altri? Curare l’influenza con i farmaci generici o equivalenti conviene. Significa poter risparmiare fino a 33 milioni di euro, solo per quanto riguarda l’influenza prevista per quest’anno, che terrà a letto fino a 5 milioni di italiani. Il tutto senza rinunciare alle caratteristiche di sicurezza, efficacia e qualità, assicurate dai rigidi controlli a cui i farmaci vengono sottoposti prima della loro immissione in commercio.
I controlli preposti dall’AIC (Autorizzazione Immissione in Commercio) sui medicinali equivalenti forniscono difatti una garanzia sufficiente per assumerli con serenità e fiducia ma bisogna insistere perché migliorino e si affinino i test di bioequivalenza. Cosa si intende per bioequivalenza? Ogni farmaco ha differenze di efficacia terapeutica su ogni individuo. Bisogna quindi intensificare tali studi di bioequivalenza, con studi non solo su un campione di individui sani ma anche su malati proprio di quelle patologie che i farmaci intendono curare e non pensare che comunque dato che il farmaco “griffato” ha efficacia allora anche il generico avrà al 100% lo stesso effetto. Impegno iindispensabile degli enti proposti al controllo, anche perchè curare l’influenza con i farmaci generici/equivalenti conviene, un pò meno per le case farmaceutiche dei “griffati”, molto di più per noi.