È tradizione in Europa e soprattutto in Italia allestire dolci particolari nei giorni a ridosso del giorno 2 novembre, che ricordiamo come giornata della commemorazione dei defunti. Spesso questi dolci ricordano nel nome questa ricorrenza o nella forma e consistenza quella di un osso, dita delle mani, o forma di cavallo, ogni regione ha la sua usanza. La leggenda narra che i morti tornino in questi giorni per dissetarsi e nutrirsi, per allontanare le malvagità o per giocare a carte. Si tratta di credenze popolari che nascono dal desiderio di sentire accanto a sè ancora i propri defunti.
Ripopolano le vie del paese, fanno visita ai vivi, si presentano in casa durante la notte e spaventano, insomma, sembra che non si presentino nel migliore dei modi, ecco perchè nasce l’usanza di “addolcire” la loro visita con delle golosità. Si racconta che i morti si riaffacciano alla realtà quotidiana per nutrirsi. Secondo altre leggende i dolci dei morti simboleggiano i doni che i defunti portano dal cielo e contemporaneamente l’offerta di ristoro dei vivi per il loro viaggio e per far capire che lassù stanno bene.
Ingredienti (per 6 persone):
300 gr di savoiardi, 180 gr di farina, 150 gr di zucchero, 150 gr di uvetta, 80 gr di mandorle pelate tritate, 50 gr di pinoli, 30 gr di nocciole, 30 gr di cacao amaro, 100 gr di fichi secchi, 2 albumi, 1/2 bustina di lievito, 1/2 cucchiaino di cannella in polvere.
Preparazione:
Pestare e ridurre in polvere i savoiardi, metterli in una terrina ed aggiungere la farina bianca, l’uvetta ben lavata, le nocciole, i pinoli, le mandorle tritate finemente, lo zucchero, il cacao, la cannella, i fichi ridotti a pezzetti piccolissimi ed il lievito. Amalgamiamo tutto e impastiamo con gli albumi. Lavoriamo bene e con l’impasto formiamo tante palline grandi come un mandarino, appiattiamole e diamoli una foma ovale (spessore circa 1 cm). Disponiamole sulla teglia rivestita di carta forno e cuociamo in forno già caldo a 180° per circa 10 minuti. Prima di servire il pane dei morti, spolverizziamo di zucchero a velo.