Abbiamo ospiti a cena e quindi meglio cucinare qualcosa in più che in meno, qualcuno vorrà il bis, come negarglielo? E poi finisce che il bimbo degli invitati ha già mangiato a casa, il marito della nostra amica non gradisce il pesce ma ama la carne e così avanza un bel po’ di roba. Poco male se ciò che avanza é riciclabile per il giorno dopo, ma certi cibi si sa, vanno gustati subito altrimenti sono immangiabili. E così succede che in Italia buttiamo troppo cibo. Ben 4mila tonnellate di alimenti vengono acquistati in Italia e buttati ogni giorno, 6 milioni in un anno. In Gran Bretagna si buttano nella spazzatura 6,7 milioni di tonnellate di cibo all’anno.
Il 15% di pane e pasta finisce ogni giorno nella spazzatura, solo a Milano vengono cestinati ben 180 quintali di pane. La situazione non migliora per il 18% della carne e il 12% di verdura e ortaggi. Per arginare questo fenomeno, parte la campagna «Un anno contro lo spreco 2010», ideata da Andrea Segrè, preside della facoltà di Agraria dell’università di Bologna, e promossa da Last Minute Market con il patrocinio del Parlamento europeo. Gli organizzatori, con il sostegno di Eni e Telecom, organizzeranno a Bruxelles e a Bologna pranzi contro lo spreco basati su un menu prodotto con alimenti di recupero: avete letto bene, cibi destinati alla discarica ma perfetti sotto il profilo sanitario e organolettico.
Gli sprechi vengono spesso visti a senso unico – sottolinea Segrè -, guardando solo attraverso la lente etica. Ma non è dando ai poveri gli avanzi dei ricchi che si può pensare di risolvere squilibri sociali che vanno affrontati con altri strumenti.
Il fenomeno assume dimensioni enormi quindi, per questo probabilmente la mossa migliore sarebbe quella di iniziare dal picccolo: ogni famiglia deve imparare a scegliere un consumo più consapevole, cercando di ottimizzare la spesa e ridurre gli sprechi.