– il controllo e la prevenzione del diabete e delle malattie cardiache,
– la riduzione del colesterolo,
– l’aiuto alla digestione o l’assorbimento di vitamine e minerali,
– la riduzione dell’invecchiamento.
“L’adozione di un marchio identificativo per gli alimenti salute, così come di fatto avviene per gli alimenti biologici (che seguono tutti un medesimo schema interpretativo) – dice Massimo Gargiulo – eviterebbe ai consumatori di perdersi nella terminologia tecnica che li definisce a seconda dei casi: funzionali, arricchiti, supplementari, fortificati, nutraceutici. Una terminologia per addetti ai lavori”
“Certamente alla facoltà per le imprese di avvalersi di un marchio identificativo degli alimenti salute, qualora approvato, dovranno corrispondere – dichiara Massimiliano Dona, Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori – precise condizioni quali: una effettiva vigilanza sulle caratteristiche degli alimenti, sulla correttezza dei claim utilizzati e sulla completezza delle informazioni riguardanti proprietà nutrizionali, proprietà salutistiche ove dichiarate, posologia, efficacia ed effetti nel tempo, eventuali controindicazioni, test clinici e studi scientifici a supporto”