I cittadini italiani che versano in gravi difficoltà economiche da adesso in poi potranno dormire sonni tranquilli! Arriva infatti la social card, ovvero quaranta euro al mese in più per pensionati e famiglie disagiate. Basteranno per risolvere i problemi degli italiani che non arrivano a fine mese? Ma certo che no! E ovviamente ogni notte milioni di persone continueranno a rigirarsi nel letto.
Tuttavia, crediamo di dover rendere un servizio ai nostri lettori cercando di capire un pò meglio insieme a loro di cosa si tratta.
La cosiddetta social card funzionerà come una sorta di carta prepagata dal governo destinata, come accennato, ad anziani over 65 e a famiglie con un reddito inferiore ai 6000 euro. Avrà validità un anno e potrà essere ricaricata ogni due mesi alle poste per 80 euro. I beneficiari, circa un milione di famiglie, potranno utilizzarla per pagare le bollette di luce e gas e fare la spesa alimentare presso i negozi aderenti al circuito master card.
La card sarà operativa da inizio dicembre e tutti coloro che ne hanno diritto potranno fare domanda presentando il modello isee (Indicatore di stato economico equivalente). I cittadini sopra i 65 anni dovranno essere residenti in Italia ed usufruire di trattamenti pensionistici o assistenziali che, cumulati ad altri redditi, non oltrepassino i seimila euro l’anno (che salgono a 8000 se si hanno 70 e più anni).
Chi farà richiesta della card prima del 31 dicembre 2008 otterrà anche gli “arretrati”, la card infatti verrà caricata dal Ministero dell’economia di 120 euro (mesi di ottobre, novembre e dicembre 2008).
I possessori della social card, che sarà per il momento lanciata in via sperimentale, potranno inoltre ottenere sconti presso i negozi convenzionati che aderiscono al programma Carta Acquisti e accedere alla tariffa elettrica agevolata. Tuttavia sono previsti ulteriori benefici e agevolazioni dei quali si sapera di avere al più presto notizia.
Ieri sera qualcuno in tv commentava: “Arrivano i soldi!” Bah!
mic 27 Novembre 2008 il 13:32
soldi ai padroni del mondo debiti al popolo sovrano !!!!
cristina 2 Dicembre 2008 il 11:34
Buon giorno,nn so se devo essere arrabbiata o farmi una risata.Stamattina mi sono recata presso un ufficio postale x richiedere il modulo x la social card,mi e stato detto che ne hanno diritto i pensionati oltre i 65 anni e famiglie con bimbi fino 3 anni.Ma che cosè una presa x i fondelli?io ho 41 anni un figlio di 17 anni sono divorziata nn lavoro saltuariamente e un ise di 3000.00 euro e nn mi spetta!! ma nn so che dire mi sento sempre più presa in giro da questo stato.
cristina 2 Dicembre 2008 il 11:41
cristina wrote:
azem 3 Dicembre 2008 il 12:53
ma sono normali?questa gente qua?
e cosa fare con le famiglie che superano le 6000milla isse euro?e hanno 8000milla euro isse?
e che hanno 3 figli e una moglie disocupata?
e poi i stranieri ne hanno diritto?oppure ce sempre di più razzismo?
pablo 14 Dicembre 2008 il 18:10
come al solito sono tutte prese per culo non dobbiamo illuderci ,qui o ci svegliamo e facciamo i fatti, o finiremo come l’argentina se non peggio vorrei aggiungere che comunque la colpa e solo nostra che votiamo sempre i soliti politici pensando che chissà che facciano per il paese , dovremmo cambiare aria ogni tanto solo per far capire a questi politici che non siamo pecoroni come ci definiscono
bruno………………..
pablo 14 Dicembre 2008 il 18:15
@ cristina:
salve cristina ,informati meglio da un padronato perchè quelli degli uffici postali sono ignoranti e privi di informazione
STEFANIA 18 Dicembre 2008 il 13:33
Ciao a tutti volevo chiedervi , ma secondo voi , una persona che vive da sola e che e’ disoccupata dal settembre 2007 , che sopravvive con qualche risparmio e con la disoccupazione di un lavoro part time , ha diritto ad un aiuto o no ? il sindacato mi ha detto di no , sto cercando di informarmi online se potete aiutarmi , grazie Stefania .
riccardo romandini 25 Dicembre 2008 il 00:12
Social Card: profonda indignazione
Romandini Riccardo è abruzzese, qualcosa può farla anche lui scrivendo questa denuncia.
Giovedì 11/11/ 2008, all’indomani dell’uscita della normativa sulla “social card” ho accompagnato i miei genitori di 75 e 78 anni e con un reddito di 450 e 480 euro ciascuno, presso l’ufficio postale di Silvi Marina, in provincia di Teramo, per ritirare i moduli della “social card” presso l’Ente Patronato.
Ma davanti al commercialista dell’Ente, la grande sorpresa, o l’immensa bufala. Secondo la legge dell’attuale Governo in carica, che stabilisce i requisiti per l’attribuzione della stessa, i miei genitori non hanno diritto alla “social card”, poiché nell’abitazione di cui usufruiscono e risiedono, senza esserne proprietari, ma usufruttuari, vi è il “garage”. Vien da sorridere ma è così, il garage viene considerato “immobile di lusso”, perché è fonte di reddito. Anche se ne usufruisci, ossia anche se non lo possiedi. Questo è stato sufficiente per non avere avuto riconosciuto il diritto alla “social card”. Assurdo!
Spero si consideri come il fatto, sconcertante da renderlo pubblico. Gli italiani non meritano di essere presi più in giro in un momento in cui la solidarietà e l’aiuto dello Stato dovrebbe rappresentare un dovere.
Nella giornata di oggi mio padre ha saputo dall’Ente Patronato, che altri pensionati non hanno ricevuto lo stesso diritto per lo stesso motivo e per altri ancora più sconcertanti e che in molti sarebbero andati a protestare nelle sedi INPS interessate, dal momento che dai primi accertamenti sarebbe emerso che ad usufruirne sarebbe stato una persona su trenta………..ventinove anziani su trenta convinti di averne diritto. Come mai? Come si può spiegare? Siamo tutti ignoranti? Stai a vedere che è sempre colpa del cittadino che non si informa bene……….
In Italia i proprietari di immobili superano 85% della popolazione e di questo il 75% ha un garage, perché secondo una legge varata negli anni settanta, stabiliva che gli immobili di nuova costruzione dovevano avere annesso il garage. Questo governo non poteva non saperlo, anche prima di fare la SOCIAL CARD. E allora viene da chiedersi, a chi pensava di darne i benefici? Perché allora non ha spiegato bene, queste cose ai cittadini, invece di illuderli, e mortificarli come poi è accaduto? Le normative che contenevano i punti fondamentali che stabilivano il diritto all’erogazione sono arrivati agli Enti il giorno 10/11, prima di allora, nessuno sapeva con certezza quello che si nascondeva dietro la legge, tutti quegli anziani che prendevano sotto le 500 euro erano convinti di averne diritto. Come si può commettere un’azione così nei confronti di persone anziane e deboli, che non sanno come difendersi? Le persone che hanno lavorato una vita e con tanti sacrifici si sono comprati una casa o che ne usufruiscono anche senza esserne i proprietari e che vivono con meno di 500 euro al mese non possono vedersi negare un beneficio, anche se misero, che è stato tanto sbandierato in televisione, perché si ritenga che questi anziani non ne possano avere bisogno?
“ Riccardo Romandini”
riccardo romandini 27 Dicembre 2008 il 10:45
Gli eroi d’Italia, che nessuno vuole vedere
Sono Riccardo Romandini e vorrei porre alla vostra attenzione, un altro caso riguardante il problema dell’occupazione in Italia, in particolare di una certa categoria, quella dei quarantenni.
Come molti sicuramente sapranno oggi in Italia la maggior parte delle persone che rimangono disoccupate, superate la soglia dei 40 anni sono tenuti fuori dal mercato del lavoro, perché non conviene a chi li assume, non vi sono incentivi per chi li assume, poiché esistono attualmente delle leggi che favoriscono l’assunzione di persone in età giovanile, con varie tipologie di contratti convenienti per i datori di lavoro e non ci sono invece, per quelli in età avanzata..
Ma se una persona dovesse mai perdere il lavoro in Italia dopo i 40 anni, quale legge interverrebbe a suo favore? Quali potrebbero essere attualmente le sue possibilità concrete di reinserimento?
Dico questo perché io sono tra quelli.
Vi pongo una riflessione:
Perché dopo i 40 anni si è considerati troppo vecchi per accedere nel mondo del lavoro e non lo si è per stare in Parlamento?
Sappiamo tutti che in Parlamento vi sono persone che hanno superato anche i 90 anni e che continuano ad occupare posti, che potrebbero lasciare ai più giovani.
Ma non dovrebbero andare in pensione anche loro a 65 anni?
Il paradosso che esiste in Italia è che es: per accedere al Senato bisogna avere come requisito superato i 40 anni di età, mentre se vuoi accedere a 40 anni nel mondo del lavoro sei considerato troppo vecchio, per cui i requisiti, che per accedere al Senato sono determinanti, fuori da esso sortiscono l’effetto opposto. Come si può spiegare questo agli italiani?
Perché per quelle persone che sono fuori dal Parlamento non c’è una legge che li aiuta ad esseri reinseriti e visti nel mercato del lavoro come una risorsa e non come un costo?
Io svolgo l’attività di psicologo come tirocinante da circa due anni, senza alcuna retribuzione, ovviamente, dal momento che rispetto agli altri paesi europei, l’Italia è rimasto l’unico paese in cui i tirocinanti non vengono pagati, neanche del rimborso spese.
Vi porto il mio caso come esempio e come occasione di riflessione, oltre a quello che fin’ora le ho scritto, si capisce come non solo vi è solo un problema relativo ad una carenza di leggi garantiste in merito, ma anche in relazione al criterio del “merito”. Vedi Min. Brunetta.
Cito contestualmente una frase di un noto psicologo contemporaneo “Pierrè Dacò”, che sostiene:
“Non si attribuisce il merito a qualcuno per aiutarlo a diventare ciò che è, ma per costringerlo a diventare ciò che noi vogliamo, che esso sia”.
Questo per dire che oggi se meritiamo e otteniamo riconoscimenti, è solo perché facciamo cose che corrispondono alla volontà degli altri e non per fatti valutati secondo criteri oggettivi e tangibili.
Tutto questo diventa fonte di ingiustizia e discriminazione. Crea inoltre un circolo vizioso, limitando la libera espressione dei talenti delle persone e conducono tutti a comportarsi come burattini, senza identità e dignità, dove tutti si fanno del male a vicenda e dove l’unico vincitore è l’inganno e l’unico sconfitto è la giustizia.
Ma voglio arrivare al nocciolo della questione, dicendo che nei numerosi Centri di psicologia in cui sono stato a lavorare: Centri Diurni, Consultori, Ospedali, la maggior parte dei pazienti ricoverati o in visita, non hanno un lavoro, e non solo perché si possa attribuire loro una certa predisposizione, ma perché fondamentale per l’insorgenza della malattia è stato la mancanza di lavoro o la perdita del lavoro, o l’impossibilità di trovarne un altro o in altri casi il maltrattamento, che li ha portati alla malattia.
Inoltre la maggior parte superano i 40 anni di età ed hanno un livello di scolarizzazione medio basso, quasi tutti con la sola licenza media.
Sono privi quindi anche degli strumenti come l’elevata cultura, per poter rimanere inseriti e competitivi nel mondo lavorativo di oggi.
Ma allora chi decide che queste persone meritano di essere come sono? A chi si dovrebbe attribuire la responsabilità della loro condizione?
Chi in questi casi dovrebbe essere giudicato responsabile di inefficienza?
Le persone che non hanno aiuti da nessuno o quelli preposte ai loro aiuti?
Queste persone non risolvono il loro problema con l’invalidità civile di 250 euro mensili, ma con la garanzia di un inserimento nel lavoro più dignitoso e decoroso, vogliono solo sentirsi utili, rispettati, considerati, rivogliono la loro dignità di persona.
Questi, sono i nuovi eroi d’Italia, che nessuno vuole vedere, Italiani che soffrono in silenzio, che non hanno voce in capitolo perché non contano, non hanno lavoro, soldi, rispetto, considerazione,
perché subiscono l’indifferenza di tutti.
Vedo queste persone tutti i giorni e la percezione che si avverte in loro e quella della solitudine, dell’abbandono dagli altri e dalle istituzioni.
Questi dati statistici che riporto sono preoccupanti, perché se non vengono presi provvedimenti ed interventi adeguati per questa categoria di persone, lo Stato dimostrerà di aver fallito nel garantire ai suoi cittadini i principi fondamentali della Costituzione: diritto al lavoro, istruzione, casa, libertà e giustizia e un domani si ritroverà a pagare un prezzo troppo alto a cui non riuscirà a trovare rimedio.
Siamo pervasi da un modello politico economico di tipo capitalistico e individualista, troppo marcato e portato all’eccesso, molto vicino al modello americano,
Ma qui non siamo in America, siamo in Italia, questo modello qui non regge, non ci appartiene nel nostro DNA culturale.
Non c’è interesse per il sociale, perché investire nel sociale non porta profitti, ma solo un cieco non riesce a vedere che tutto questo ricadrà sullo Stato come un boomerang, che si trasformerà in disgregazione sociale incontrollata, aumento della criminalità e “anomia” mancanza del rispetto delle norme e delle regole e tutto ciò che ci può essere di peggio e di negativo per il rispetto dei diritti dei cittadini e per l’immagine negativa che una Stato potrebbe trasmettere nei confronti degli altri Paesi europei.
Riccardo Romandini
romandini riccardo 31 Dicembre 2008 il 10:27
SCOPERTI I VINCOLI SEGRETI PER SOCIAL CARD E BONUS DI TREMONTI,CHE NESSUNO SAPEVA E NON ERANO STATI RESI NOTI E CHE SONO:
Tra le condizioni per aver diritto alla card ci sono:
a) non si deve superare complessivamente l’importo di 15.000 euro di valori mobiliari (depositi, titoli ecc.).;
b) non si deve essere proprietari, insieme al coniuge, di più di un immobile con quota maggiore al 25%. La quota di proprietà dei due coniugi deve essere sommata (es. marito 15%, moglie 15%, totale 30%: non si ha diritto alla card); tra questi immobili rientrano anche le pertinenze delle abitazioni principali (garage-box);
c) I soggetti interessati, quale prima condizione per avere diritto alla card, non devono avere un ISEE superiore ai 6.000 euro, (un valore realmente troppo basso) e non devono avere un reddito complessivo superiore a 6.000 o 8.000 euro (dipende se sono under o over 70).
Per quanto riguarda il bonus alle famiglie ci sono alcune considerazioni e domande da fare:
a) perchè non si prende come riferimento l’Isee che indica la situazione economica delle famiglie?
b) a differenza della card, i valori mobiliari qui non c’entrano, quindi anche chi ha depositi per centinaia e migliaia di euro può avere diritto al bonus;
c) se i componenti del nucleo, richiedente compreso, non possiedono alcun reddito o possiedono redditi esenti da irpef (esempio solo pensione sociale oppure rendita Inail) non hanno diritto al bonus. Ma in realtà sono coloro che effettivamente sono i più svantaggiati:
d) se all’interno del nucleo familiare c’è un componente fiscalmente a carico, che ha una Partita IVA aperta, il nucleo perde il beneficio. Anche se non fatto alcun movimento ed ha un reddito pari a zero!
romandini riccardo 31 Dicembre 2008 il 10:29
Segreti ed altro sulla social card
Ricerche effettuate su interne e non solo……
IN INGHILTERRA IL SUSSIDIO INTEGRATIVO A CHI HA UN REDDITO BASSO E PIU’ DI 200 POUNDS AL MESE…CIRCA 300 EURO!!!…ALTRO CHE 40 EURO!!!!…E INOLTRE SE PERDI IL LAVORO, MENTRE NE TROVI UN ALTRO TI PAGANO ANCHE L’AFFITTO DI CASA!!!!…..
* Lo stanziamento complessivo, a regime, sarà di 450 milioni di euro.
* Avranno diritto alla carta dei poveri 1,3 milioni di nuclei familiari (quindi circa 2 milioni di persone, a stare scarsi).
* Avranno diritto alla carta dei poveri coloro che hanno un reddito familiare inferiore a 6000 euro se singles, e fino ad 8000 euro se hanno carichi familiari.
Ora, Signor Ministro, 450 milioni di euro, suddivisi per 12 mesi e per 2 milioni di persone, non fa 40 euro al mese (che pur sarebbero una elemosina), bensì 18,76 euro al mese. O, se preferisce, 0,62 € al giorno. Venti caffè al banco, al mese.
Ma la faccenda è ancora più sporca, e, se possibile, peggiore: 450 milioni di euro NON BASTANO a dare questo mezzo caffè al giorno a tutti gli “aventi diritto” per reddito. Signor Ministro, in Italia esistono circa 6.000.000 di persone appartenenti a famiglie con reddito familiare inferiore a 6.000 euro, spesso mono-componente. Questa fantastica “card” dell’elemosina” spetterebbe quindi a circa 4 milioni di nuclei familiari.
Rifacciamo i conti all’inverso? 4 milioni di nuclei familiari, per 40 euro al mese, per 12 mesi. Fatto? Si dovrebbero stanziare, “a regime”, 1.920 milioni di euro, e non 450. Esattamente 4,3 volte di più delle cifre da lei stanziate.
Oppure rifacciamolo partendo dai SUOI numeri: 450 milioni stanziati, suddivisi su 4 milioni di nuclei familiari “aventi diritto”, che contano per circa 6 milioni di persone. Fatto? Bene, lei sta stanziando, con questo spot, ben 9, 375 euro al mese per nucleo familiare. Se vuole ridurre la cosa al giorno ed al “pro-capite”, siamo alla follia di 0,21 € a persona/giorno.
Cmq se la matematica non è un pignone (cit.) qualcosa non torna:
La Social card costerà «a regime 450 milioni di euro» l’anno e riguarderà «1.300.000 soggetti».
A regola 40€ il mese X 1.300.000 soggetti x 12 mesi = 624 milioni
Nel presentare la nuova carta acquisti per anziani e genitori a basso reddito, il governo ha voluto chiarire che lo strumento non va inteso come un marchio di povertà. Per questo – è stato spiegato – la card sarà anonima: così dovrebbero essere superate le eventuali remore “sociali” degli utilizzatori. Nella conferenza stampa di presentazione è stato anche precisato che “la può usare chiunque”.
Dalle istruzioni pubblicate anche sul sito del ministero dell’Economia risulta però una situazione leggermente diversa. Si legge infatti che «la Carta deve essere usata esclusivamente dal Titolare e non può essere ceduta o data in uso a terzi. Il Titolare è tenuto ad apporre la propria firma nell’apposito spazio sul retro della Carta all’atto della ricezione della stessa».
Dunque l’anonimato esclude che il nome del titolare sia stampigliato sulla parte davanti, come avviene per le carte di credito, ma non esclude l’obbligo di firmare sul retro. Non sarà possibile inoltre incaricare un’altra persona, ad esempio un parente, di fare gli acquisti.
Questa è grossa!!! Leggi!!!
Chi abita in un paese in cui non ci siano negozi convenzionati, che abbiano il pos, dovranno farsi accompagnare a spendere quei soldi in un paese più grosso o in città, nella mia città ad esempio fino ad ora la convenzione è stata fatta solo con un centro commerciale, fuori città e raggiungibile solo da chi possiede l’auto.
Cosa succede a chi non riesce a spendere i 120 euro per fine anno? (Domanda che ho posto ad un’amica che lavora in un caaf) Con il primo di gennaio verranno caricati 80 euro per i primi due mesi dell’anno e assorbito il residuo dei mesi precedenti, quindi che vi siano 120 o 3,55, i precedenti 120 se non verranno spesi andranno persi e con il nuovo anno se ne ritroveranno solamente 80!!
un reddito isee da 6.000 euro oppure 8000 euro per over 70 è una presa in
giro…oggi ho visto anziani ansiosi correre al sindacato….devono fare
tutto entro il 31/12 altrimenti perdono il bonus di 120 euro…al sindacato
mi hanno detto che oltre al reddito isee occorre aggiungere assegni per il
nucleo familiare e indennità di accompagnamento che sono entrate non tassate
SCOPERTI I VINCOLI SEGRETI PER SOCIAL CARD E BONUS DI TREMONTI,CHE NESSUNO SAPEVA E NON ERANO STATI RESI NOTI E CHE SONO:
Tra le condizioni per aver diritto alla card ci sono:
a) non si deve superare complessivamente l’importo di 15.000 euro di valori mobiliari (depositi, titoli ecc.).;
b) non si deve essere proprietari, insieme al coniuge, di più di un immobile con quota maggiore al 25%. La quota di proprietà dei due coniugi deve essere sommata (es. marito 15%, moglie 15%, totale 30%: non si ha diritto alla card); tra questi immobili rientrano anche le pertinenze delle abitazioni principali (garage-box);
c) I soggetti interessati, quale prima condizione per avere diritto alla card, non devono avere un ISEE superiore ai 6.000 euro, (un valore realmente troppo basso) e non devono avere un reddito complessivo superiore a 6.000 o 8.000 euro (dipende se sono under o over 70).
Per quanto riguarda il bonus alle famiglie ci sono alcune considerazioni e domande da fare:
a) perchè non si prende come riferimento l’Isee che indica la situazione economica delle famiglie?
b) a differenza della card, i valori mobiliari qui non c’entrano, quindi anche chi ha depositi per centinaia e migliaia di euro può avere diritto al bonus;
c) se i componenti del nucleo, richiedente compreso, non possiedono alcun reddito o possiedono redditi esenti da irpef (esempio solo pensione sociale oppure rendita Inail) non hanno diritto al bonus. Ma in realtà sono coloro che effettivamente sono i più svantaggiati:
d) se all’interno del nucleo familiare c’è un componente fiscalmente a carico, che ha una Partita IVA aperta, il nucleo perde il beneficio. Anche se non fatto alcun movimento ed ha un reddito pari a zero!
La social card è destinata a pensionati con reddito Isee inferiore ai 6 mila euro (8 mila per gli over 70) e alle famiglie con reddito inferiore ai 6 mila euro e un bambino che abbia meno di tre anni. A Palermo ci sono circa 29 mila pensionati e tremila famiglie che potrebbero farne richiesta. La socia card viene ricaricata dal governo ogni due mesi per 80 euro e consente di fare la spesa con uno sconto del 5 per cento in panifici, latterie, drogherie, supermercati, macellai, alimentari, oltre che per pagare le bollette della luce e del gas. La carta potrà essere utilizzata anche in bar e ristoranti.
Nei giorni scorsi in vari uffici postali, specie in quello di via Ausonia, centinaia di pensionati e disagiati hanno fatto al fila per richiedere la social card. Peccato però che usciti dalle Poste non l´abbiano potuta utilizzare. Ancora nessuna associazione di esercenti ha aderito alla convenzione con il ministero delle Finanze. Per venerdì è stato convocato un direttivo della Fipe Confcommercio per dibattere il tema della social card, mentre la Confesercenti ha appena avviato un censimento per raccogliere le adesioni: «Vedremo la risposta del nostri associati, certo la sensazione è che questa trovata del governo Berlusconi alla fine agevoli soltanto la grande distribuzione», dice il presidente Giovanni Felice. La Coop ha convocato tutti i responsabili territoriali per il 16 dicembre. «Prima di quella data non potremo accogliere chi ha la social card, anche se contiamo di attivare l´iter il prima possibile», dice Nino Tilotta, presidente della coop “25 aprile”, che gestisce i punti Coop siciliani.
Insomma nessun negozio o supermercato è ancora pronto a ricevere chi ha la social card. Ma c´è di più. Anche quando finalmente potrà essere utilizzata, saranno i negozi non certo più economici a poterla ricevere senza problemi. per un motivo su tutti: la carta è un vero e proprio bancomat e quindi occorre che il negoziante abbia il Pos. Così i pensionati rischiano di non poterla utilizzare per comprare il pane nei 450 panifici della città, o per fare la spesa nei mercati rionali che spesso hanno prezzi più bassi dei supermercati.
«Ancora non abbiamo avuto alcuna direttiva su come ricevere chi ha la social card, purtroppo però quasi nessuno di noi ha il bancomat – dice Buscemi, presidente della Fippa Palermo – Non penso che tutti i panificatori per la social card andranno in banca a chiedere il Pos, è troppo costoso». Ma anche i negozianti che hanno il bancomat difficilmente accoglieranno piccoli pagamenti con la carta sociale, perché come tutti i bancomat il circuito di pagamento costa all´esercente il 2 per cento dello scontrino.
«La verità è che questa social card servirà a stento per pagare le bollette di luce e gas – dice il segretario regionale dello Spi Cgil, Nino Reale – Purtroppo questo la gente ancora non lo ha capito. Non tutti sanno, inoltre, che anche se le Poste hanno consegnato a loro la carta sociale, non è detto che questa possa essere utilizzata nelle prossime settimane perché il ministero delle Finanze dovrà prima verificare i dati del richiedente. Insomma la carta sociale rischia di diventare un bluff che non risolve il problema di chi non arriva alla fine del mese».
La social card è gestita dalle Poste perché il servizio bancario delle Poste è gestito da Banca Mediolanum che è di proprietà al 51% di Ennio Doris, sapete quello che si vede nella pubblicità della banca suddetta, e per il 49% è di proprietà di un tizio che è amico di Bush e di Putin, un certo Bassino.
MIGLIAIA DI RICHIESTE MA I 120 EURO PROMESSI NON CI SONO E NON ARRIVANO, CAOS ALL´INPS.
Social card, l´aiuto ai poveri fa flop
L´accredito sulla tessera dovrebbe avvenire 2 giorni dopo la consegna ma da una settimana è tutto fermo: vane le chiamate ai call center
MIGLIAIA DI SOCIAL CARD – la “carta acquisti” da 40 euro mensili emessa dal governo per le fasce più povere – sono state ritirate dai cittadini ma restano “vuote”, prive dell´accredito del finanziamento promesso dal governo. Migliaia di pensionati, in Lombardia, chiedono informazioni sui ritardi e mandano in tilt i centralini di Poste Italiane e Inps, con gli operatori telefonici del primo ente che rimandano al secondo e viceversa. Proteste che intasano da giorni e giorni i due call center, perché c´è gente che ha ritirato la tessera magnetica e i codici giovedì scorso e che ancora oggi – dopo una settimana – non trova l´accredito da 120 euro (i tre mesi da ottobre a dicembre).
Eppure la promessa del governo era stata chiara: «La carta sarà caricata entro due giorni lavorativi dalla consegna». Invece il «buon avvio che rende giustizia delle tante ironie che si erano sentite» – questo il commento del ministro dell´Economia, Giulio Tremonti, all´esordio della social card – non c´è stato. E nella vita quotidiana di anziani e famiglie la carta è diventata un´odissea tra uffici postali, Inps e chiamate a numeri verdi che non riescono a dare risposte. «Da lunedì la gente ci tempesta di telefonate – risponde un´operatrice del call center Inps (803164) – Hanno la carta, hanno il Pin, ma non i soldi. Purtroppo per noi non esiste un sistema per controllare gli accrediti. E dal call center delle Poste (800.666.888) dicono di chiamare qui da noi». «È un problema grosso, davvero grosso – risponde, esausto, un ragazzo al call center di Poste Italiane a Roma – È da stamattina che sto spiegando a tanti che si ritrovano senza ricarica che il nostro compito è informare sulla modulistica, indicare l´ufficio postale più vicino, ma le verifiche le fanno l´Inps e il ministero dell´Economia. Arrivano telefonate da tutta Italia. Il Ministero parla di accredito in due giorni, ma non ce la fa. Così qui arrivano decine e decine di telefonate di chi magari ha diritto, ma non si ritrova i 120 euro da spendere. Chiami l´Inps, più di questo non so che dirle�». L´Inps ammette che «il flusso è stato molto elevato. Noi riceviamo il materiale cartaceo su cui dobbiamo effettuare la verifica e quindi incrociare tutto con dati che spesso non sono nella nostra immediata disponibilità. Poi tocca al Ministero».
Per la verità, quando la carta viene consegnata le verifiche dovrebbero essere, a rigor di logica, già terminate. E i 120 euro arrivare in 48 ore. Soldi destinati ad anziani con più di 65 anni particolarmente disagiati e ai bimbi di meno di tre anni appartenenti a famiglie povere. Soldi utilizzabili per la spesa o il pagamento delle bollette, ma anche per la ricarica dei cellulari di alcuni operatori. Soldi che, però, non arrivano. In molti casi da giorni e giorni. Come succede in città, per esempio, a pensionati con reddito inferiore ai seimila euro che hanno presentato la domanda alle poste del quartiere Isola nel pomeriggio di giovedì 11. Cioè una settimana fa. «Gli aventi diritto avranno i loro soldi» fa sapere Poste Italiane. «Conosciamo il problema – spiegano al ministero dell´Economia, a Roma – ma abbiamo ricevuto troppe richieste. Non ce lo aspettavamo».
Social card, i soldi non arrivano
assalto ai centralini di Poste e Inps
Dovrebbero essere ricaricate con 120 euro entro “due giorni lavorativi”, come indicato sugli stessi moduli del ministero dell’Economia, ma molti che hanno ricevuto alla social card aspettano da una settimana senza che su questa venga accreditato il contributo del governo.
Hanno mandato la social card per posta a casa delle persone, prima delle elezioni regionali, poi dopo le elezioni credendo di potendo usare le social card hanno trovato la sorpresa, non le hanno potute usare, perché erano vuote. Ad oggi 28/12/2008 nessuno ha ricevuto un solo euro sulla carta.
Intanto grazie alla social card le elezioni regionali le hanno vinte. Complimenti!.
romandini riccardo 5 Gennaio 2009 il 14:14
Social card: per molti è senza soldi
Aggiornamenti del (02 gennaio 2009)
E’ spesso una beffa l’iniziativa del governo: fate le vostre segnalazioni
FIRENZE. Sono circa 30mila le «carte acquisti» distribuite in Toscana, quelle tessere azzurrine comunemente ribattezzate social card che si stanno sempre più rivelando una sorta di via crucis per anziani e famiglie in difficoltà economica. Dopo la beffa della lettera di Tremonti arrivata a casa di centinaia di migliaia di persone che in realtà non avevano i requisiti per ottenere la card, dopo la trafila ai patronati per riuscire a capire se si aveva o meno diritto di richiederla, dopo le code agli uffici postali, adesso l’ultima stazione è rappresentata dall’utilizzo pratico della carta. Alla Unicoop Firenze, per tagliare la testa al toro e scongiurare il ripetersi di code alle casse e di situazioni imbarazzanti, stanno facendo stampare dei cartelli che verranno sistemati in tutti i 94 punti vendita della cooperativa per chiedere ai possessori di social card di chiamare il numero verde del ministero prima di mettersi in fila alla cassa, oppure di rivolgersi al box delle informazioni dove è possibile accertare se la card è carica e conoscere a quanto ammonta il credito residuo. Prova e riprova… Alla Unicoop Tirreno si sono registrati gli stessi problemi, tanto che Massimo Tardani, responsabile dei sistemi organizzativi della cooperativa, ha parlato di «delirio tecnologico». Quando il possessore di social card arriva alla cassa, infatti, non sempre è certo del fatto che la sua card sia stata caricata e soprattutto quasi mai ricorda a quanto ammonta il credito residuo nel caso l’abbia già utilizzata almeno una volta. E allora cosa succede? Se l’importo della spesa è superiore, anche di pochi centesimi alla disponibilità residua della card, il terminale del pos utilizzato anche per bancomat o carte di credito registra l’annullamento dell’operazione. «A quel punto – spiega Tardani – molto spesso il cliente ci riprova, togliendo qualche prodotto dalla spesa, e se la transazione non va a buon fine elimina qualche altra confezione ancora, nella speranza di riuscire ad utilizzare il credito residuo». Una situazione davvero imbarazzante alle casse, dove certamente
non fa piacere rendere noto agli altri clienti in fila di essere in possesso della «tessera dei poveri». Le proteste dei beneficiari della card e delle grandi catene di distribuzione ha fatto sì che la Mastercard, la società che gestisce per conto del ministero il meccanismo di pagamento, si sia impegnata a rendere visibile anche il credito residuo, anche se non è ancora chiaro quando ciò avverrà e quale sarà il sistema prescelto. Caos fin dall’inizio. Ma il «delirio tecnologico» di cui parla Tardani è solo l’ultimo atto di una serie di problemi connessi con l’avvio di un meccanismo così complicato e costoso di sostegno ai bassi redditi. I primi a farne le spese, oltre ai diretti interessati, sono stati i patronati, incaricati di assistere i cittadini nella compilazione di una domanda particolarmente complicata. «I primi problemi sono nati per il fatto – spiega Amos Fabbri, responsabile per la Toscana dell’Inca Cgil – che molti cittadini che privi dei requisiti hanno ricevuto ugualmente la lettera del ministero che pubblicizzava l’iniziativa. Non è stato facile spiegare che non avrebbero avuto la tessera. Tanti anziani non riuscivano a farsene una ragione». Stessa situazione all’Inas Cisl: «Nei nostri uffici abbiamo avuto un grande afflusso – spiega Marco Manfredini, direttore regionale – ma non più del 20% era in possesso dei requisiti, anche perché basta avere un’indennità di accompagnamento per essere esclusi». Un autentico caos, insomma, in qualche caso basta avere un reddito minimo, come una pensione di guerra, che non finisce neppure sul Cud per essere esclusi. Per non parlare dei genitori di bimbi che stanno per compiere tre anni: a far decadere il diritto è l’effettivo compimento dell’età, oppure si considera la classe anagrafica? Alle Poste, poi, nuovo passaggio, per ricevere la tesserina azzurra, ma senza avere la certezza che sarà mai caricata: secondo i dati dell’Inps, infatti, ad oggi solo il 65% di chi ha ottenuto la social card avrà l’accredito di 120 euro trimestrali. Ci sono poi quei cittadini, come nel caso della signora De Pirro di Porto Santo Stefano di cui abbiamo riferito ieri o del nuovo caso di Livorno di cui parliamo in questa pagina, che hanno diritto al sussidio e che quando presentano la card vengono respinti perché il credito segna inspiegabilmente zero euro. Per non parlare dei 52mila che attendono ancora di sapere se la loro domanda è accettata, senza contare il fatto che, accanto a 130mila domande respinte per carenza di requisiti, ci sono anche ottomila richieste bloccate per motivi formali, spesso per l’incompletezza dei dati anagrafici. Senza risposta. Dal ministero si assicura che a tutti i richiedenti verrà comunque inviata una lettera nella quale si spiegherà quali sono le ragioni che hanno impedito di «caricare» la Carta acquisti. Giusto, il problema è che almeno diecimila toscani hanno in mano una tesserina azzurra che non sarà servita a niente, se non a ingolfare gli uffici dei patronati, a intasare gli uffici postali, a impegnare l’Inps in faticose verifiche, a bloccare le casse dei supermercati. Insomma, davvero un delirio. E non solo tecnologico.
Riccardo Romandini
romandini riccardo 5 Gennaio 2009 il 14:15
Il Governo ha trovato la soluzione per riportare in pareggio il bilancio dell’INPS
Governo – Novità per il bonus famiglia
Notizia | 05/01/2009
Verranno ritoccati a giorni i limiti del bonus
Abbassata di 6000 euro, la soglia del bonus per i single
e di 5000 euro per le coppie,
alzate per chi ha i figli.
Per quanto riguarda gli aiuti alle famiglie, la maggioranza punta ad approvare un emendamento proposto da Alessandro Pagano (Pdl) che rimodula le sei soglie di accesso al bonus già previste: «l′importo complessivo della manovra non cambia – afferma Pagano – ma spostiamo gli interventi in favore delle famiglie con figli, convinti che bisogna guardare al futuro, invece che sulle famiglie con un solo componente».
Il risultato è che per le famiglie di “single” (questa era la fascia riservata ai pensionati soli) la soglia per accedere al bonus scenderà da 15.000 a 9.000 euro e per le famiglie con due componenti da 17.000 a 12.000 euro, mentre salirà quella per chi ha un figlio (da 17.000 a 20.000 euro) per chi ha 2 figli (da 20.000 a 25.000 euro), per chi ne ha tre e oltre (da 20.000 a 35.000 euro) o per chi ha a carico un parente disabile (da 22.000 a 45.000 euro).
Con questo ennesimo inganno dell’attuale Governo, i single e le coppie sono autorizzate a lasciarsi morire di fame, così finalmente lo Stato dopo il decesso di queste persone riporterà finalmente il bilancio dell’INPS in pareggio.
Vorrei ricordare all’attuale Governo che è stato grazie ai pensionati anziani, che si trova al potere, poiché sono loro la maggioranza degli italiani che vanno a votare. Ma ormai abbiamo capito, che il fine era quello di raggiungere e concludere la seconda legislatura in qualsiasi modo, che gli consentirà di prendersi di diritto la pensione da parlamentare, che corrisponderà più o meno a 19,000,00 euro mensili. E dire che il significato della parola Ministro significa servitore, ma di chi? Dello Stato, cioè del popolo, o di loro stessi?
Riccardo Romandini
pierantonio.p 2 Maggio 2009 il 07:39
poichè sono in ritardo col pagamento delle bollette di luce e gas, per non divenire moroso, vorrei gentilmente sapere in che data viene ricaricata la social card per i mesi di maggio e giugno. grazie.
paola 19 Giugno 2011 il 17:46
sto aspettando dal primo di giugno 2011 che mi ricarichino la social card per caso l’hanno ricaricata ai politici e noi dobbiamo sempre più morire di fame grazie paolina
sergio 18 Maggio 2012 il 23:04
L’Italietta è un paese fondato sulla pizza la canzone e le tasse quindi non abbiate speranze su questo stato.Se sei una persona seria ti conviene andare all’estero, se sei un mariuolo puoi tranquillamente restare quà presto ti adatterai.