Ecco i consigli di Altroconsumo per i risparmiatori italiani che sono ovviamente sempre più terrorizzati per i propri conti correnti e per i propri investimenti nella burrasca per colpa della crisi finanziari. Inanzitutto si comincia con i conti correnti semplici per i quali si spiega giustamente che le banche italiane aderiscono al Fondo interbancario di tutela dei depositi o (le banche del credito cooperativo) al Fondo di garanzia dei depositanti del credito cooperativo. In caso di dissesto, è previsto un rimborso dei soldi depositati dai correntisti fino a 103.291,38 euro. Il Fondo interviene solo a seguito di liquidazione coatta amministrativa della banca o di sua amministrazione straordinaria e dietro autorizzazione della Banca d’Italia. Entro 3 mesi dalla data del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa vengono rimborsati i depositi fino ad un massimo di 20.000 euro a depositante. La garanzia offerta dal Fondo interbancario di tutela dei depositi è per depositante, non per deposito.
Questo significa che se il conto è cointestato fra due persone, il livello massimo previsto dalla legge (i 103.291,38 euro) vale per ciascun titolare del conto e si raddoppia. A differenza dei soldi depositati sul conto corrente, invece i titoli azionari non sono un credito nei confronti delle banche, ma sono di proprietà dell’investitore. In caso di crac della banca, quindi, non rientrano nella tutela offerta dal fondo, ma dovrebbero essere restituiti dall’emittente. Stesso discorso per i fondi comuni, anche se in questo caso qualche problema in più potrebbe sorgere se la banca fallita agisca come depositaria del patrimonio della Sicav (Società di investimento a capitale variabile), Le Sicav, infatti, non possono usufruire del fondo di garanzia per recuperare le somme .
Dopo una breve rassicurazione su quanti hanno soldi in conti deposito, del tipo conto arancio, che nulla hanno da temere, gli esperti di Altroconsumo si dedicano alle Sim, che sono coperte anch’esse da un fondo nazionale di garanzia, che risarcisce fino a un massimo di 20.000 euro. Nessuna speranza invece per chi ha investito in azioni e poche per chi ha obbligazioni di Lemhan Brothers . Mentre qualche speranza resta per chi ha investito in polizze index limited, e sono una trentina circa in Italia, che avevano al loro interno prodotti legati alla Banca d’affari americana.
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